duminică, 30 ianuarie 2011

Roma, 2 dicembre 2006: noi c’eravamo!

Che sarebbe stata una giornata memorabile lo avevamo intuito già da qualche settimana. Inizialmente raccogliendo le richieste della gente comune che già dalla fine dell'estate ci sollecitava ad andare in piazza il prima possibile contro questo governo vergognoso. E poi, ancora di più, lavorando per quasi un mese in Viale Monza e tra i chiostri della Cattolica per l'organizzazione dell'evento, rispondendo alle telefonate delle persone più diverse e incontrando centinaia di studenti e cittadini che volevano dare un senso alla propria indignazione.
Ma mai avremmo potuto immaginare una manifestazione di questa portata. Partenza alle ore 6 dal Castello Sforzesco, 3 pullman organizzati da noi, più molte altre persone che hanno preferito il treno. Sopraggiunge alla partenza una troupe del TG1, che ci tiene compagnia per una buona ora sul pullman numero uno. Il servizio andrà poi in onda al telegiornale delle 13:30. Lungo l'autostrada, da Milano a Roma, un passaggio incessante di pullman dei partiti della CdL (ne avremo incontrati almeno un centinaio), poi tutti gli autogrill e le aree di servizio dell'A1 intasate di giovani e meno giovani avvolti nelle loro bandiere tricolori, nei soli delle alpi, nei simboli della loro appartenenza politica. Quindi all'ingresso dell'Urbe, una coda chilometrica (oltre un'ora di attesa) con centinaia e centinaia di mezzi bloccati per poter accedere ai parcheggi dell'EUR e delle altre zone periferiche.E, finalmente arrivati, una marea umana mai vista che intasava la metropolitana e si metteva in marcia anche a piedi per raggiungere i luoghi di partenza dei cortei. Dovunque un fiume in piena, uomini e donne di ogni parte d'Italia, di tutte le età e le classi sociali, molti per la prima volta in piazza, a rivendicare tutti insieme il proprio diritto di esistere e di far sentire la propria voce libera.
Tanti cori, è vero, qualcuno anche politicamente scorretto (e meno male!), ma non una vetrina rotta, non un cassonetto ribaltato, non un ferito, né un incidente. Una grandissima lezione di civiltà alle sinistre di lotta e di governo che da sessant'anni hanno monopolizzato le piazze in modo non sempre pacifico. Un corteo immenso, finalmente tricolore e non rosso, una grande festa di popolo che ha difeso le proprie tasche ma anche i propri valori, ringraziando più volte le forze dell’ordine presenti e onorando con una bandiera di 500 metri gli eroi di Nassiryia.
E poi, dopo quasi due ore di cammino, di grida, di salti e di corse, di passione e di energia, ecco aprirsi ai nostri occhi lo spettacolo indimenticabile di una piazza San Giovanni già piena all'inverosimile, pronta ad accogliere non dei semplici leader di partito, ma i padri (Berlusconi, Fini e Bossi) di un'intera comunità pronta ad abbracciarli e a far sentire tutto il suo calore e il suo affetto.Alla fine, stanchi ma rinfrancati dai discorsi, dalle ovazioni, dalle musiche, dagli applausi di un popolo davvero unito, ecco dalle parole di Silvio il regalo più bello: "Gli organizzatori mi pregano di darvi una notizia che ha dello straordinario (...) Hanno valutato la vostra presenza in più di DUE MILIONI di persone!" E la folla si stringe in un unico grandissimo boato di gioia e soddisfazione per una giornata che entrerà nella storia di questo paese.
Dal punto di vista politico, si è trattata della consacrazione di ciò cui i leader della CdL aspirano, ma che mai avrebbero immaginato potesse già esistere: il partito unico della libertà, il partito del centrodestra, della gente perbene, dei lavoratori, dei cristiani e dei liberali, tutti uniti nella difesa dei propri valori e nella contestazione al nichilismo relativista della sinistra.
Ecco i passaggi importanti dei discorsi di Berlusconi e Fini che avvalorano le nostre tesi:
«La nostra idea della politica è pienamente laica, ma ha qualcosa di sacro. “Chi crede non è mai solo”, ha detto il Santo Padre nel suo viaggio in Germania. E ha ragione: guardatevi intorno, guardate quanti siamo. Siamo molti, siamo moltissimi a credere negli stessi ideali. […] Siamo il popolo del centrodestra, un popolo che condivide gli stessi valori, la stessa visione del futuro. Ci accomuna la stessa visione della libertà, della democrazia, della patria, della persona, della famiglia, del lavoro, dell’impresa. Questa è la nostra grande forza.»
«Non saranno le invidie, le malizie di qualcuno, le indiscrezioni fasulle, le tante, troppe polemiche alimentate ad arte a dividere ciò che questa piazza unisce. Questa piazza dimostra la volontà di rappresentare una seria, credibile, vincente alternativa al peggior governo che l’Italia abbia mai avuto. […] Se moltiplicheremo i circoli della libertà, se inviteremo tutti i dirigenti a serrare i ranghi, se facciamo, quindi, ciò che la piazza ci chiede, ciò che oggi sembra lontano è in realtà molto vicino: il centrosinistra, se è maggioranza di poco in Parlamento, non ha la maggioranza del paese.»
Una manifestazione di piazza non abbatterà un governo eletto democraticamente (è tale, aspettando il riconteggio delle schede), ma sicuramente ha mostrato al governo quanto sia debole e quanto poco sia vicino alle aspirazioni e agli interessi degli Italiani. Grazie a tutti i presenti!